Una delegazione di politici e associazioni ha visitato ieri mattina la struttura penitenziaria cagliaritana, riscontrando ritardi, problemi e tanta solitudine
Un penitenziario che conferma i problemi tipici delle carceri italiane, quali sovraffollamento, carenza di personale, diritti umani spesso dimenticati. “Con i suoi 68 mila detenuti, cifra più alta nella storia della penisola, il sistema carceri italiano è una bomba pronta ad esplodere” ha rimarcato Loddo, precisando che “la situazione a Cagliari non è affatto migliore”. I numeri. Secondo i dati rilevati dalla delegazione, i detenuti nel Carcere di Buoncammino sono 524, cioè 57 in più della capienza tollerabile. Tra questi, 26 sono donne, 115 sono i carcerati in attesa di giudizio, 40 sono le persone in regime di alta sicurezza. Più della metà del totale è costituito da tossicodipendenti (circa il 55-60%), molti hanno problemi di disagio mentale, o malattie come l'epatite C, l'Aids o la sieropositività. La delegazione ha denunciato anche una forte carenza del personale: 200 gli agenti sui 267 previsti nella pianta organica, tra l'altro aggiornata l'ultima volta nel 2001. “In questo momento per fortuna non c'è nessun bambino – ha continuato Loddo – A Buoncammino c'è la cosiddetta cella-bimbo, mentre noi da tempo chiediamo la creazione delle case-famiglia per mamme carcerate, anche extracomunitarie”. Altri problemi. Un carcere indietro in molti sensi, dalla mancata istituzione del garante dei diritti dei detenuti, a un sistema scolastico e di recupero depotenziato, fino all'assenza totale della riforma sanitaria. “La riforma sarebbe una garanzia di maggiore trasparenza – spiega Claudia Zuncheddu – dato che prevede servizi esterni al carcere gestiti dalle Asl. E così il garante, figura indispensabile già presente in altre regioni come il Lazio, l'Emilia Romagna, la Sicilia, che si potrebbe istituire attraverso una legge regionale, oppure con quella nazionale, che già esiste”. Anche la biblioteca, sempre secondo la delegazione, starebbe attraversando un periodo difficile a causa dei ritardi della Regione nei finanziamenti. “Ma qualcosa di positivo l'abbiamo trovata – spiega ancora Zuncheddu – come un buon livello di igiene personale, segno che per i detenuti è importante. Inoltre il personale del carcere ci ha fatto visitare tutto ciò che abbiamo chiesto di vedere, sono stati molto disponibili”. Una detenuta di 77 anni. Solitudine e abbandono: alla fin fine è questo l'impatto emotivo che la delegazione ha avuto entrando in carcere, visitando le celle sovraffollate, osservando certe situazioni al limite. “Abbiamo riscontrato una grande assenza dello Stato – racconta ancora la consigliera regionale – i detenuti si sentono abbandonati e soli, spesso si aggrappano al visitatore per chiacchierare o chiedere di mandare un saluto ai famigliari”. Un esempio che fa quasi gridare allo scandalo è la presenza di una detenuta di 77 anni, per giunta molto malata, che sta scontando una pena per un reato pare commesso vent'anni fa. “E' inconcepibile che, a quasi 80 anni, debba continuare a scontare la pena in carcere. Bisogna fare qualcosa” commenta Zuncheddu (che tra l'altro è anche medico). Ma il futuro per il sistema carcerario isolano non fa presagire nulla di buono: con la costruzione delle nuove carceri a Cagliari e Sassari il Ministero ha in programma di far arrivare in Sardegna 400 dei 600 detenuti in regime di 41 bis: oltre alla non considerazione del problema della territorialità della pena, in questo modo secondo la delegazione si potrebbe creare “un ponte tra la Sardegna e la criminalità organizzata. Con conseguenze nefaste”. |
"Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità" (art. 27 Costituzione)
giovedì 1 luglio 2010
Buoncammino: un carcere sovraffollato e abbandonato dallo Stato.
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Don Ettore Cannavera, riflessioni da "La Collina"
L'Associazione 5 Novembre, ha intervistato Don Ettore Cannavera, fondatore della comunità di accoglienza "La Collina", rivolta a giovani-adulti, di età compresa tra i 18 ed i 25 anni, che vengono affidati dalla Magistratura di Sorveglianza come misura alternativa alla detenzione. Un interessante intervista sui temi della Giustizia, del Carcere, del precariato giovanile e della cultura della Solidarietà e dell'accoglienza.
1 commento:
sono una ex detenuta uscita dal buoncammino alcuni mesi fa e posso assicurarvi che e un inferno
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