ASSEMBLEA
Politiche repressive e criminalizzazione del dissenso
Venerdì 28 Gennaio Ore 18:00
A Cagliari presso la sede del Cagliari Social Forum in Via Lanusei N°19/a
introduce Dina Raggio - Cagliari Social Forum
coordina Roberto Loddo - Associazione 5 Novembre
partecipa Elias Vacca - Avvocato
promuovono
Cagliari Social Forum
Collettivo Anticapitalista Sardo
Associazione 5 Novembre
Rete Antirazzista
APPELLO!
È una storia vecchia eppur sempre attuale !!!. Nel momento in cui il Potere non riesce a gestire il dissenso sociale mediante politiche efficaci e rispondenti ai bisogni dei cittadini, ecco che ricorre a sperimentate politiche di repressione, con leggi generali (es. reato di clandestinità per gli extracomunitari) o provvedimenti occasionali (diffide, ritardi nella consegna del passaporto, semplici ma mirati “fermi” per accertamenti, avvisi orali) o tentando di ridurre le manifestazioni di conflitto sociale a puro problema di ordine pubblico. La violenza - sempre intrinseca alle politiche che rispondono con la repressione al conflitto sociale- si manifesta talvolta direttamente, con leggi e direttive, come nell’espulsione dei rom o nei respingimenti degli immigrati; o con discutibili teoremi che identificano la critica e l’opposizione politica al potere con un attacco criminoso alla sicurezza dello Stato. Talvolta invece si esprime in forme più sottili di criminalizzazione del dissenso: come nelle direttive ministeriali che prevedono la sospensione dello stipendio o il licenziamento nella pubblica amministrazione per chi “fa dichiarazioni lesive dell’immagine dell’Amministrazione stessa”; o, con una vergognose campagna di stampa, col tentativo di associare alcuni sindacati, rei di non essersi piegati al dictat del padronato e del governo, a presunti focolai di violenza, con l’obiettivo di far passare l’equazione “conflitto sociale uguale violenza”. La crisi economica e la crisi politica di casa nostra - a fronte di una ripresa forte delle lotte per i diritti - ci fanno temere un aggravarsi della politica di repressione. Dinanzi all’acuirsi del disagio sociale le garanzie di libertà di espressione e di manifestazione del dissenso diventano un bene ancora più prezioso, perché garantiscono a tutti il partecipare attivo nelle scelte che riguardano le loro vite e i beni comuni. Non possiamo rimanere inerti di fronte alle politiche razziste del governo né dinanzi agli ingenti impegni militari uniti ai tagli a scuola, sanità e ricerca; non dinanzi alla costruzione di una centrale nucleare o di un sito di stoccaggio di scorie nucleari; non di fronte al continuo depauperamento delle risorse naturali. Non possiamo tacere, di fronte al fatto che la disoccupazione aumenta ed aumenta di pari passo il lavoro precario, sotto ricatto; che l’istruzione pubblica viene distrutta a tutti i livelli e assoggettata a logiche di mercato; che molti di questi problemi risultano più gravi e preoccupanti nella nostra Sardegna, che risente in modo particolare di una storica politica di dominio (basta pensare che il territorio occupato dalle basi militari in Sardegna è pari a circa il 50% di quello occupato nell'intero territorio nazionale).
Vogliamo partecipare alle scelte che ci riguardano, contare nelle scelte politiche sui beni comuni e sui diritti, a manifestare liberamente il nostro dissenso.
Per aderire all'appello invia una mail a:
associazione5novembre@gmail.com
1 commento:
LA LIBERTA' DI PAROLA, DI ESPRESSIONE E DI DISSENTIRE CONTRO CHI CE LA VUOLE NEGARE ,è UN DIRITTO DI OGNI PERSONA, ED è LA 8NORMALITA') IN UNO STATO CHE SI RITIENE DEMOCRATICO, QUINDI CHE NESSUNO NEGHI QUESTO DIRITTO, PRCHè SE NO...ME LO PRENDO DA SOLA...
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