lunedì 10 gennaio 2011

Proteste a Cagliari per trasferimento servizio psichiatrico


di Roberto Loddo
Il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura 1 di Cagliari è stato trasferito, provvisoriamente, in un’area ospedaliera ristrutturata e attrezzata per ospitare una struttura carceraria sanitaria. E’ quanto denuncia in una nota l’Associazione sarda per l’attuazione della riforma psichiatrica che chiede di riaprire immediatamente gli 8 posti letto dei 2 centri di salute mentale sperimentali di Cagliari e Quartu. Non è la prima volta che la psichiatria sarda è nel mirino delle associazioni dei familiari sofferenti mentali. Il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura 1 di Cagliari per l’Asarp “è quello che è andato a fuoco di recente”. Proprio quindici giorni fa, da Cagliari, era partita la campagna nazionale per l’abolizione della contenzione fisica e farmacologica, che chiedeva un cambiamento di rotta al mondo della psichiatria attraverso il rispetto dei diritto alla salute e della dignità umana per i sofferenti mentali. Ma dal fronte delle associazioni dei familiari nulla e cambiato e le cose sono peggiorate, perché come conclude la nota della presidente dell’Asarp Gisella Trincas “Una persona che si rivolge al servizio di salute mentale per essere aiutata a superare la crisi, si troverà ospitata in una cella”.
Lo scontro nella psichiatria sarda prende piede anche in consiglio regionale. I consiglieri regionali del Pd Marco Espa e Giampaolo Diana presentano un interrogazione con richiesta di risposta scritta al Presidente della regione Ugo Cappellacci e all’assessore alla sanità Antonello Liori in cui chiedono “quali motivazioni hanno indotto ad oggi il ritenere una struttura carceraria quale postazione di accomodamento di pazienti affetti da disturbi mentali”. E “Per quanto tempo ancora si ritiene dover mantenere i pazienti in tale struttura e quali azioni urgenti intendano intraprendere per riattivare le strutture idonee, come di un qualunque servizio sanitario regionale o nazionale dev’essere, perché i pazienti di salute mentale possano trovare accoglienza nei reparti sanitari loro appropriati”.

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