sabato 4 settembre 2010

“Buoncammino un inferno per i familiari dei detenuti”. Ogni settimana protesta di fronte al penitenziario


Cagliari, 3 settembre – “Il carcere di Buoncammino rappresenta un vero e proprio inferno per i familiari dei detenuti”. E’ quanto ha denunciato ieri l’esponente dell’Associazione 5 novembre, Roberto Loddo, in una conferenza stampa a Palazzo Regio, a Cagliari. “Al di là della buona volontà e della disponibilità dei direttori e degli operatori – ha spiegato Loddo – il sistema dei colloqui tra persone condannate e familiari è un calvario rappresentato dalla totale mancanza di assistenza: ore e ore sotto la pioggia e sotto il sole, prima di entrare in una saletta d’ingresso affollata, sporca e rumorosa”. “L’immagine degradante dei familiari stipati e ammassati l’uno sopra l’altro prima di arrivare alla sala dei colloqui – ha proseguito l’esponente di 5 novembre – è indegna di un paese che si definisce civile”. Al disagio dei detenuti di Buoncammino (al 29 giugno 2010 524 esseri umani stipati in una struttura che può ospitarne al massimo 467) si aggiunge quindi la sofferenza dei familiari. 

“Vittime innocenti – ha concluso Loddo – di un sistema carcerario che si trova in uno stato di assoluta illegalità e incostituzionalità. La Costituzione, all’articolo 27, stabilisce infatti che le pene non possono essere contrarie al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.

Vittime che però cominciano ad organizzarsi. Nel corso della conferenza stampa i familiari dei detenuti hanno infatti concordato un appuntamento settimanale (ogni lunedì alle 15.00) di fronte al Carcere di Buoncammino. “L’obiettivo – ha sottolineato Loddo – è allargare il fronte del dissenso dei familiari e costruire nuove forme di lotta e di denuncia delle violazioni dei diritti civili e umani”.

1 commento:

alessia ha detto...

la legge nn euguale per tutti.anche i figli dei detenuti sono bambini che hanno deo diritti. hanno il diritto di npasare del tempo con i loro papa e nn e affatto giusto che debbano aspattre ore intere sotto la pioggia o sotto il sole per poterli vedere e dopo queste estenuanti attese nn si riesce manco a sentirsi perche le stanze sono strapiene oltre che sporche e con ratti che ti passano sotto i piedi. e una vergogna. si sbaglia nell vita ma nn è giusto essere trattati come bestie sopratutto quando bestie nn siamo.liberta per fabio e io odio la legge italiana perche è forte con i deboli ma è debole con i forti

Don Ettore Cannavera, riflessioni da "La Collina"

L'Associazione 5 Novembre, ha intervistato Don Ettore Cannavera, fondatore della comunità di accoglienza "La Collina", rivolta a giovani-adulti, di età compresa tra i 18 ed i 25 anni, che vengono affidati dalla Magistratura di Sorveglianza come misura alternativa alla detenzione. Un interessante intervista sui temi della Giustizia, del Carcere, del precariato giovanile e della cultura della Solidarietà e dell'accoglienza.