
di Patrizio Gonnella
(Presidente Associazione Antigone)
Terra, 9 Gennaio 2010
Ciò che sta accadendo nelle carceri italiane è indegno per un paese civile. I detenuti vengono prima ammassati nelle celle e poi ignorati fino a quando alcuni di essi vengono trovati morti suicidi ammazzati. Ammazzati dall’incuria, dall’indifferenza, dalla solitudine e alcune volte dalla violenza dello Stato. Antonio Tammaro, 28 anni, era detenuto a Sulmona. Giacomo Attolini, 49 anni, era detenuto a Verona. Celeste Frau, 62 anni, era detenuto a Cagliari. Pierpaolo Ciullo, 39 anni, era detenuto ad Altamura vicino Bari. Sono in ordine di data di morte gli ultimi quattro detenuti che si sono ammazzati nelle patrie galere. Quattro in soli otto giorni. Si ammazzano nelle prigioni del nord e in quelle del sud, si tolgono la vita persone giovani e meno giovani. Si ammazzano senza che una parola di pietà umana giunga da chi ci governa, da chi è a capo del ministero della Giustizia e dell’amministrazione penitenziaria. Il 24 settembre del 1996 si uccideva nel carcere di Bologna Georges Alain Laid, 31 anni, di nazionalità tunisina. Si era impiccato nella cella di isolamento. Mancavano soli sei giorni alla fine della sua pena. La Corte di Appello di Bologna ha, nei giorni scorsi, confermato la sentenza del tribunale emiliano che aveva a sua volta condannato il ministero della giustizia a risarcire 100mila euro alla madre del giovane morto nel carcere della Dozza. Maurizio Fregulia, 35 anni, fu trovato morto nel 2000 nel carcere di Rovigo. Il giudice civile poche settimane fa ha condannato il ministero della Giustizia a risarcire di 182mila euro la sorella. In entrambi i casi i giudici hanno riconosciuto una responsabilità oggettiva di omessa custodia. La custodia presuppone che ci si prenda cura della persona custodita. è nata una nuova giurisprudenza che consente alle famiglie delle persone che si ammazzano nelle galere di chiedere i danni morali e materiali allo Stato. L’11 e il 12 gennaio, grazie alla determinazione della radicale Rita Bernardini, il Parlamento dedicherà una sessione di discussione alla questione carceraria. Ci sarà anche un voto finale. Vedremo se il Governo uscirà dalla pantomima del piano carceri. Nell’ultima Finanziaria sono stati stanziati 500 milioni per l’edilizia penitenziaria. Se al posto di darli ai palazzinari di turno si facessero 10 mila progetti di recupero sociale al costo unitario di 50mila euro avremmo contenuto il problema del sovraffollamento e probabilmente evitato qualche morte tragica.
Terra, 9 Gennaio 2010
Ciò che sta accadendo nelle carceri italiane è indegno per un paese civile. I detenuti vengono prima ammassati nelle celle e poi ignorati fino a quando alcuni di essi vengono trovati morti suicidi ammazzati. Ammazzati dall’incuria, dall’indifferenza, dalla solitudine e alcune volte dalla violenza dello Stato. Antonio Tammaro, 28 anni, era detenuto a Sulmona. Giacomo Attolini, 49 anni, era detenuto a Verona. Celeste Frau, 62 anni, era detenuto a Cagliari. Pierpaolo Ciullo, 39 anni, era detenuto ad Altamura vicino Bari. Sono in ordine di data di morte gli ultimi quattro detenuti che si sono ammazzati nelle patrie galere. Quattro in soli otto giorni. Si ammazzano nelle prigioni del nord e in quelle del sud, si tolgono la vita persone giovani e meno giovani. Si ammazzano senza che una parola di pietà umana giunga da chi ci governa, da chi è a capo del ministero della Giustizia e dell’amministrazione penitenziaria. Il 24 settembre del 1996 si uccideva nel carcere di Bologna Georges Alain Laid, 31 anni, di nazionalità tunisina. Si era impiccato nella cella di isolamento. Mancavano soli sei giorni alla fine della sua pena. La Corte di Appello di Bologna ha, nei giorni scorsi, confermato la sentenza del tribunale emiliano che aveva a sua volta condannato il ministero della giustizia a risarcire 100mila euro alla madre del giovane morto nel carcere della Dozza. Maurizio Fregulia, 35 anni, fu trovato morto nel 2000 nel carcere di Rovigo. Il giudice civile poche settimane fa ha condannato il ministero della Giustizia a risarcire di 182mila euro la sorella. In entrambi i casi i giudici hanno riconosciuto una responsabilità oggettiva di omessa custodia. La custodia presuppone che ci si prenda cura della persona custodita. è nata una nuova giurisprudenza che consente alle famiglie delle persone che si ammazzano nelle galere di chiedere i danni morali e materiali allo Stato. L’11 e il 12 gennaio, grazie alla determinazione della radicale Rita Bernardini, il Parlamento dedicherà una sessione di discussione alla questione carceraria. Ci sarà anche un voto finale. Vedremo se il Governo uscirà dalla pantomima del piano carceri. Nell’ultima Finanziaria sono stati stanziati 500 milioni per l’edilizia penitenziaria. Se al posto di darli ai palazzinari di turno si facessero 10 mila progetti di recupero sociale al costo unitario di 50mila euro avremmo contenuto il problema del sovraffollamento e probabilmente evitato qualche morte tragica.
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