
"Il rapporto sulla Sanità penitenziaria predisposto dalla commissione Giustizia del Senato ci consegna un quadro che definire solo drammatico è quanto mai offensivo per la dignità dell’uomo recluso, più di quanto non lo sia lo stare dentro a scontare la pena". A dichiararlo è Leo Beneduci, segretario generale dell’organizzazione sindacale autonoma Polizia penitenziaria (Osapp), commentando la situazione venuta a galla e che ha evidenziato una relazione di due detenuti sani su dieci. "Ci sarebbero tutti i presupposti - continua Beneduci - per una denuncia al tribunale di Strasburgo per gravi violazioni dei diritti dell’uomo". La nostra non vuole essere un’accusa generica al sistema, non cadiamo nel facile tranello dell’indignazione generale, ma è l’analisi fredda che vuole segnalare come ci sia un intento mirato a che le carceri restino come sono: sono 20 anni che assistiamo alla stessa solfa. Una responsabilità che si perde risalendo certamente ai precedenti governi, culminata con l’ultima disastrosa gestione di un esecutivo, quello di Prodi, che con l’indulto proposto e appoggiato ha pensato bene di scaricare il problema riducendolo ad una mera questione di numeri.
Se immaginiamo solo dove sia ora il presidente Ferrara, ex capo del Dap di allora, non dobbiamo certamente pensare che sia stato dequalificato o punito per le gravi condizioni lasciate. Ma questa è l’Italia che vuole qualcuno, carceri comprese. Venendo ai giorni nostri, la responsabilità è aggravata da un’amministrazione a dir poco silente - ha spiegato - sembra quasi che al ministro della Giustizia Alfano non interessi proprio del mondo penitenziario che ha il dovere di gestire, e il presidente Ionta, capo attuale del Dap, sembra come perso in altre questioni di interesse nazionale". "Non parlando delle altre organizzazioni di categoria - ha aggiunto - che attente ora nella raccolta di tessere sindacali non hanno convenienza a scoprirsi troppo. A questo punto ci chiediamo quale sia la logica perversa, Di Pietro, di raccogliere un milione di firme per un Lodo che lei e i suoi amici definite Incostituzionale e Immorale e che coinvolge quattro persone - chiede il segretario generale rivolto al presidente dell’Italia dei Valori -, quando in questo preciso momento ci sono più di 57 mila persone che giacciono in condizioni altrettanto immorali e incostituzionali.
Detenuti che avranno pur commesso crimini contro la società ma che sono ammassati in celle di quattro metri per quattro, il più delle volte costretti a dormire su un materasso per terra. Come si vede non servono le lusinghe di un ministro della Giustizia, esperto appunto in lodi, che gratifica un corpo di polizia nelle occasioni ufficiali (come è successo l’altro giorno in Sicilia) e che intanto non fa nulla per alleviare una situazione da terzo mondo: non abbiamo visto ancora uno straccio di provvedimento, né siamo stati mai convocati per discutere dell’emergenza. Siamo oramai giunti a numeri da pre-indulto, con condizioni che non esitiamo a definire da paese sudamericano, ben peggiori di due anni fa.
Tra un po’ dovremo utilizzare i container per ospitare i reclusi - spiega provocatoriamente Beneduci - e saremo costretti a chiamare l’esercito per sedare le risse. La nostra accusa è a 360 gradi e ha nomi e cognomi ben individuati, anche verso chi dell’opposizione si sente detentore della verità assoluta, o è altrettanto dormiente, come capita troppo spesso a Veltroni. Un’opposizione che può essere roboante, o felpata, che magari non ha mai fatto visita in un carcere e si sente di poter dar in ogni caso la patente del più candido, mentre ci sono più di 44 mila poliziotti penitenziari che sono tenuti a testimoniare il dramma di una vita, che considerare umana dovrebbe essere quantomeno di sfregio alla Costituzione italiana. Il nostro contributo è necessario - conclude - affinché il rapporto della commissione non rimanga solo un dossier isolato facile a coprire un momento mediatico particolare, se ci saranno le esigenze solleciteremo noi stessi l’alta Corte dei diritti dell’uomo.
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