Dalla Redazione del Centro studi
di Ristretti Orizzonti www.ristretti.it
L’altro detenuto, che era con lui in cella, è stato posto in isolamento. Contestualmente sono state adottate le misure di profilassi ambientale per evitare qualsiasi ipotesi di contagio all’interno dell’Istituto di pena. Lo afferma il consigliere regionale socialista Maria Grazia Caligaris (Psi) che segue con particolare attenzione l’evolversi della situazione nelle carceri dopo il passaggio della medicina penitenziaria al servizio sanitario regionale.
"Il caso - ha precisato Caligaris - è venuto alla luce grazie ai sanitari del carcere che periodicamente e costantemente effettuano il monitoraggio dei ristretti con specifiche analisi. Il detenuto è risultato positivo a un esame toracico che ha evidenziato una caverna tubercolare aperta verso il bronco. Ne è seguito l’immediato isolamento respiratorio e le cure necessarie a dimostrazione dell’importante ruolo della medicina penitenziaria ancor più in un momento delicato di modifica sostanziale del servizio".
"Un passaggio delicato che avviene, in Sardegna, quando ancora non sono stati definiti i criteri di attuazione da parte della Regione. Nell’attesa - sottolinea Caligaris - è indispensabile che la sanità penitenziaria non venga in alcun modo ridimensionata negli organici e nelle risorse dal Ministero della Giustizia. È una necessità che riguarda tutti gli Istituti di pena dell’Isola dove le condizioni della popolazione detenuta, prevalentemente ammalati e molti con doppia diagnosi, richiedono un potenziamento ed una forte intesa tra Regione e strutture sanitarie. Ecco perché - conclude - è indispensabile audire in Commissione Diritti Civili l’assessore Dirindin, il Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria, i rappresentanti degli operatori sanitari e i Direttori degli Istituti".
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