Grande mobilitazione a Cagliari per una giovane donna con due bambini di 7 e 5 anni. Occupava abusivamente un appartamento dell’Istituto case popolari, quando è finita ai domiciliari. Con lo sfratto rischiava di finire a Buoncammino.
Ha rischiato per cinque mesi di finire nel carcere di Buoncammino, nonostante avesse beneficiato degli arresti domiciliari per prendersi cura dei figli di 7 e 5 anni. Questo perché una giovane madre di Cagliari, P. Z. di 32 anni, aveva occupato abusivamente nel febbraio scorso un appartamento dell’Istituto autonomo case popolari (Iacp) in via Monte Acuto, lasciato per qualche giorno abbandonato dall’inquilina intestataria perché era stata ricoverata in ospedale.
Un mese dopo, la donna era però rimasta impigliata nella maxi inchiesta sul traffico di droga a Cagliari culminata con l’arresto di due carabinieri e con decine di arrestati in città e nella provincia. Sia per lei che per il suo compagno, il Giudice per le indagini preliminari aveva chiesto la misura cautelare degli arresti domiciliari, ma proprio nella casa occupata abusivamente e che avrebbe dovuto lasciare.
Un intoppo giudiziario: da una parte l’ordinanza del Gip che le impediva di uscire da quella casa, concedendole solamente la possibilità di andare a portare e riprendere i figli da scuola, dall’altra il decreto di sgombero firmato dal pubblico ministero Emanuele Secci che l’aveva indagata per occupazione abusiva. Il rischio, pesantissimo, era che quando l’avessero sfrattata la donna sarebbe dovuta finire in cella e i bambini affidati ai servizi sociali del Comune.
Lanciato l’allarme dagli avvocati difensori Annamaria Busia e Marco Piras, a Cagliari è scattata una vera e propria mobilitazione per cercare di bloccare lo sfratto. Nello stesso tempo, le assistenti sociali hanno cercato per settimane un alloggio che ospitasse i due detenuti con i figlioletti. Tutto inutile, sino a ieri pomeriggio quando il Gip Alessandro Castello ha disposto un’ordinanza che modificava la prima richiesta di custodia cautelare, trasferendo di fatto il luogo di detenzione dalla casa occupata in via Monte Acuto ad un secondo appartamento che i familiari della donna sono riusciti a trovare in extremis.
Appena in tempo. Poche ore dopo, gli agenti della polizia municipale ed i carabinieri hanno fatto irruzione nella casa, sequestrandola e disponendone la restituzione alla legittima assegnataria che, nel frattempo, era stata dimessa. In questi mesi, dopo il ricovero, la cinquantenne cagliaritana a cui era stato "rubato" l’appartamento ha dovuto vivere con i figli ospite di parenti.
Una lunga battaglia, quella per evitare che la giovane madre finisse in carcere, che ha impegnato pesantemente anche la Commissione "Diritti Civili" della Regione, interessata dal cogliere regionale Maria Grazia Caligaris che aveva presentato un’interrogazione all’assessore dei Lavori Pubblici, Carlo Mannoni, chiedendo che venisse emanato un provvedimento dallo Iacp che evitasse lo sfratto.
Una strada impossibile, visto che il decreto penale di sgombero era stato deciso dalla Procura in seguito ad un reato. Soddisfazione, in queste ore, è stata espressa non solo da vari componenti della Commissione "Diritti Civili" della Regione, ma anche dalle assistenti sociali del Comune che stanno seguendo da vicino i due bambini con entrambi i genitori agli arresti domiciliari.
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