di Roberto Loddo
“Le mie prigioni”. Domani, su Rai3 andrà in onda la trasmissione televisiva Presadiretta, dedicata al mondo del carcere. Parteciperanno anche le associazioni sarde a tutela dei diritti civili dei detenuti e dei familiari. L'Associazione 5 Novembre sarà presente nella trasmissione televisiva di Presa Diretta su RAI 3.
La puntata (il 13 febbraio) sarà dedicata allo stato delle carceri, con delle interviste fatte durante una manifestazione organizzata di fronte al carcere di Buoncammino. Una manifestazione che ha denunciato le condizioni illegali e anticostituzionali delle galere italiane e sarde. “Le mie prigioni", questo il titolo della trasmissione diretta dal giornalista Riccardo Iacona e curata da Francesca Barzini e Domenico Iannacone, Vincenzo Guerrizio e Raffaella Pusceddu, con la collaborazione di Antonella Bottini. Moltissime le domande che verranno evidenziate drante la trasmissione. “Perché le carceri italiane sono cosi’ sovraffollate? Come mai il problema non è mai stato risolto? Cosa si potrebbe fare per evitare i troppi suicidi tra i carcerati? E’ veramente necessario costruire decine di nuove carceri?” L’inchiesta di PRESADIRETTA entra nel cuore e nel nodo dei problemi del nostro sistema penitenziario.
Riccardo Iacona è andato a Poggioreale, il carcere di Napoli, che è simbolo dei molti mali che affliggono gli istituti penitenziari e dà la misura di quanto grave sia la situazione. I detenuti sono ammassati in celle anguste, condannati all’inattività per la totale mancanza di progetti di riabilitazione e rieducazione e sono costretti a guardare il soffitto gran parte della giornata. Tra gli altri ha incontrato Gaetano Di Vaio, un ex detenuto che ha realizzato un documentario che racconta l’inferno dietro le sbarre. Nella puntata anche la ricostruzione delle storie di chi non ce l’ha fatta a sopportare e si è tolto la vita. PRESADIRETTA mostrerà invece come i dettami della Costituzione siano stati presi alla lettera da chi lavora nel carcere di Bollate dove la pena è un tutt’uno con la rieducazione. Anche Angelino Alfano, il ministro della giustizia, ha affermato che: “Le carceri italiane sono fuori dalla costituzione” . L’articolo 27 della carta costituzionale infatti recita: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato".
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