giovedì 9 dicembre 2010

La Libertà è Terapeutica 18 Sabato Dicembre - Apertura della Campagna Nazionale per l’abolizione della contenzione


La Libertà è Terapeutica

Apertura della Campagna Nazionale 
per l’abolizione della contenzione

Promossa da
Fondazione Franca e Franco Basaglia
Unione Nazionale Associazioni per la Salute Mentale

Conferenza -Dibattito
Con Proiezioni e Letture

Sala Consiliare Palazzo Regio
Piazza Palazzo Cagliari
18 dicembre 2010 Ore 17:00

organizza
Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica
Associazione 5 Novembre

partecipano
Maria Grazia Giannichedda
Fondazione Franca e Franco Basaglia

Gisella Trincas
Unasam

Giovanna Del Giudice 
Forum Nazionale Salute Mentale

Giuseppe Galzerano
Comitato Franco Mastrogiovanni

Francesca Ziccheddu
Comitato Giuseppe Casu

Natascia Casu 
Comitato - Giuseppe Casu

Daniele Pulino
Fondazione Franca e Franco Basaglia

Durante la serata, all'interno della sala, è prevista la mostra dei quadri del pittore Cristiano Vinci.

Disquisizioni poetiche 
del poeta e scrittore Gianni Mascia.

coordinano:
Roberto Loddo - Presidente Associazione 5 Novembre
Massimiliano Rais - Giornalista Sardegna Uno


Ingresso libero
Info: ASARP 3381597287 – Ass.5 Novembre 331614008

LA LIBERTA’ E’ TERAPEUTICA
Appello della Campagna nazionale per abolire la contenzione 

Promotori: 
Fondazione Franca e Franco Basaglia
Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale ( UNASAM )
CGIL Dipartimento welfare e nuovi diritti 


La contenzione non è un atto medico, è un’offesa alla dignità della persona che la subisce ed è sintomo di grave inefficacia e inefficienza dei servizi che la adottano.

E’ morto legato al letto di contenzione lo scorso 24 ottobre il signor Tullio C., ricoverato nel servizio psichiatrico di diagnosi e cura ( SPDC ) “Grossoni 3” dell’ospedale Niguarda, a Milano. Non sappiamo se vi sia un nesso causale tra la sua morte e la contenzione: saranno eventualmente gli inquirenti ad accertarlo, come si sta facendo nei due processi penali attualmente in corso, uno per la morte di Giuseppe Casu, avvenuta nel 2006 mentre era ricoverato e contenuto nel SPCD del SS Trinità di Cagliari, e l’altro per la morte di Franco Mastrogiovanni, avvenuta in circostanze analoghe nel 2009, nel SPDC di Vallo della Lucania (Salerno). Ma noi non siamo giudici. Siamo cittadini che usano o potranno usare i servizi di salute mentale e in questa veste un giudizio lo abbiamo emesso da tempo: la contenzione è sempre un’offesa alla dignità della persona che la subisce ed è un indicatore di carenze gravi o gravissime – di mezzi, progetto, culture – che riguardano e chiamano in causa il Dipartimento di salute mentale nel suo complesso, non solo gli SPDC che usano la contenzione come strumento di routine. Questo vale per molta parte della psichiatria pubblica, dove la contenzione è relativamente trasparente e controllabile. Ma sappiamo che anche nelle cliniche psichiatriche private, negli istituti per persone anziane, nelle residenze sanitarie e assistenziali la contenzione è una pratica frequente, e qui purtroppo assai più difficile da vedere, documentare, controllare. Senza dimenticare gli ospedali psichiatrici giudiziari e i reparti psichiatrici delle carceri dove sappiamo che la contenzione è pratica costante. Su questi temi vogliamo richiamare l’attenzione nel promuovere questa campagna. L’oggetto sono tutte le pratiche di contenzione, da quella fisica a quella che si realizza con l’abuso dei trattamenti farmacologici ( la “camicia di forza chimica”), i diversi contesti in cui la contenzione viene messa in atto, le analoghe giustificazioni ( il “suo” bene, il danno minore ), il crescente immiserimento dei servizi che favorisce queste pratiche e rafforza chi non le ha mai messe in discussione. Di tutti questi temi vorremmo discutere in questa campagna che si svilupperà nel corso del prossimo anno e che si propone di far emergere il fenomeno nella sua vastità e profondità incoraggiando le testimonianze delle persone che hanno subito la contenzione e dei loro familiari e amici.

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Don Ettore Cannavera, riflessioni da "La Collina"

L'Associazione 5 Novembre, ha intervistato Don Ettore Cannavera, fondatore della comunità di accoglienza "La Collina", rivolta a giovani-adulti, di età compresa tra i 18 ed i 25 anni, che vengono affidati dalla Magistratura di Sorveglianza come misura alternativa alla detenzione. Un interessante intervista sui temi della Giustizia, del Carcere, del precariato giovanile e della cultura della Solidarietà e dell'accoglienza.