mercoledì 18 agosto 2010

Nota stampa - Ferragosto in Carcere 2010: Una bomba pronta ad esplodere.



Ferragosto in Carcere 2010: Una bomba pronta ad esplodere.

Mai in passato i detenuti ristretti nelle nostre carceri sono stati così tanti (68.206) e il personale di ogni livello così ridotto nel suo organico. Oggi il carcere non ha più nulla a che vedere con quanto sancito dall’art. 27 della Costituzione secondo il quale le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. L’Associazione 5 Novembre, aderendo alla seconda edizione di “Ferragosto in Carcere” ha ascoltato detenuti, direttori, psicologi, agenti, educatori e volontari. Pensiamo che le seguenti proposte renderebbero le carceri più umane e trasparenti:

1)    Depenalizzazione e decarcerizzazione. Il Piano Straordinario per le Carceri del Ministro Alfano è destinato a fallire. La costruzione di nuove carceri è una soluzione irrazionale e inutile. Le carceri rimarranno luoghi di sofferenza, discariche umane incivili e anticostituzionali. I detenuti continueranno ad essere ammassati e dimenticati nelle celle come prima. L’unico provvedimento saggio e efficace è quello di ridurre il numero di coloro che entrano in carcere. E’ necessaria una riforma del procedimento penale, che riduca il numero dei reati, in un ottica di depenalizzazione e decarcerizzazione. A partire dalle leggi sulla gestione dei fenomeni migratori come la Bossi-Fini e le leggi sulla droga.

2)    Fermiamo le morti in carcere. Da inizio anno a livello nazionale salgono a 41 i detenuti suicidi (35 impiccati, 5 asfissiati col gas e 1 sgozzato), mentre il totale dei detenuti morti nel 2010, tra suicidi, malattie e cause “da accertare” arriva a 113 (negli ultimi 10 anni i “morti di carcere” sono stati 1.711, di cui 597 per suicidio). 

3)    Applicazione del principio di territorialità della pena. Sono numerosi i detenuti sardi, in esecuzione di pena o in attesa di giudizio, rinchiusi nelle carceri della penisola. Chiediamo il rispetto della legge sull'ordinamento penitenziario e la concreta attuazione del protocollo d'intesa tra il Ministro della Giustizia e la Regione sul principio di territorialità delle pene.

4)    Applicazione della Riforma Sanitaria in tutte le carceri sarde. Chiediamo l’immediata applicazione della riforma della sanità penitenziaria nella nostra Regione. Vogliamo il definitivo trasferimento delle funzioni di assistenza sanitaria in carcere dall’amministrazione penitenziaria al SSN. Pensiamo che il carcere debba rispettare il principio costituzionale della tutela alla salute, perché il cittadino detenuto non può avere una disparità di trattamento rispetto al cittadino libero.

5)    Istituzione del garante dei detenuti in Sardegna. L’approvazione di una legge regionale che istituisca il garante regionale per i cittadini privati della libertà personale è il primo passo che rende il carcere sardo più trasparente. Una figura terza, di garanzia e mediazione tra il carcere e il cittadino detenuto. Un Garante che vigili e promuova i diritti delle persone private della libertà, anche di quelle sottoposte a misure alternative alla detenzione.

6)    Basta con bambini in carcere, case-famiglia per le madri. La detenzione delle detenute madri che non possono rinviare la pena andrebbe sostituita con case-famiglia al di fuori delle mura del penitenziario. Le detenute madri, anche extracomunitarie, devono accedere alle misure alternative al carcere, anche in assenza di un domicilio. Le madri hanno diritto di rimanere accanto ai loro figli.

Roberto Loddo
Associazione 5 Novembre

Telefono: 3316164008

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