mercoledì 26 agosto 2009

Sardegna: associazioni chiedono il Garante regionale detenuti



Redattore Sociale - Dire, 26 agosto 2009

La richiesta di "5 novembre per i diritti civili" e "Detenuto Ignoto", due delle principali organizzazioni che si occupano di carcere: dovrà essere una figura estera all’amministrazione penitenziaria. Chiedono che venga istituito un Garante regionale per le carceri: una figura staccata dalla direzione dell’amministrazione penitenziaria (attualmente la guida dei penitenziari regionali), capace di garantire che le pene vengano scontate in strutture idonee e in condizioni corrette per i detenuti. A chiederlo, lanciando un appello al governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci, sono le associazioni "Detenuto Ignoto" e "5 novembre per i diritti civili", due delle principali sigle che si occupano dell’universo che vive dietro le sbarre dei cinque maggiori penitenziari isolani. "Chiediamo che si adoperi - dicono Irene Testa e Roberto Loddo, responsabili delle due associazioni - per l’istituzione di un garante per tutti gli istituti penitenziari della regione. La situazione gravissima delle carceri sarde, che abbiamo rilevato nei giorni scorsi con diverse visite ispettive, necessita di massima attenzione anche da parte delle istituzioni, sia per quanto riguarda le opportunità lavorative per i detenuti, sia per un più generale monitoraggio del rispetto delle leggi e del diritto internazionale".

La legge per l’istituzione del garante - spiegano le associazioni - dovrà prevedere che si tratti di una figura terza (non un magistrato di sorveglianza né il direttore delle carceri), di garanzia e mediazione tra il carcere e il cittadino detenuto. "Dovrà operare in piena autonomia e indipendenza di giudizio - proseguono - così da vigilare e promuovere i diritti delle persone private della libertà, anche di quelle sottoposte a misure alternative alla detenzione. Non dunque una figura simbolica ma un’autorità che garantisca una presenza settimanale in tutti gli istituti di pena della Sardegna, compresi i centri di prima accoglienza, come quello di Elmas. Un’autorità che segnali agli organi regionali, tutti i fattori di rischio o di danno per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale e solleciti gli stessi organi affinché assumano le necessarie iniziative volte ad assicurare le prestazioni dovute". Numerose le adesioni al documento soprattutto da parte dei familiari dei detenuti o di ex carcerati: è possibile firmare l’appello anche on line:

http://www.firmiamo.it/garantedellepersoneprivatedellalibertainsardegna e già nelle prossime settimane verrà consegnato al presidente della regione Sardegna.

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