Agi, 25 luglio 2009
Sono stati necessari tre anni e diverse sollecitazioni per superare le difficoltà che impedivano a un detenuto non abbiente ristretto nel carcere di Bad’ e Carros di ottenere una protesi dentaria. Una soluzione ormai insperata che gli ha finalmente consentito di ripristinare la masticazione superando cosi i gravi problemi all’apparato digestivo provocatigli dalla mancanza dei denti. La vicenda è stata riferita da Maria Grazia Caligaris, ex componente della Commissione "Diritti Civili" e Presidente dell’associazione "Socialismo Diritti Riforme" alla quale la vittima -protagonista del disservizio ha inviato una lettera la fine della sua "battaglia" per la dentiera. Domenico Attorre, 50 anni di Taranto, che sta finendo di scontare 16 anni di carcere, ha ringraziato la professionista che ha eseguito ed impiantato la protesi dentaria rinunciando ad una parte dell’onorario, il garante dei detenuti del Comune di Nuoro e a chi gli è stato vicino nella lunga azione per il riconoscimento di un diritto. La ripresa della masticazione e il funzionamento della protesi - sottolinea Attorre nella lettera - hanno anche consentito un miglioramento delle mie condizioni di salute. "Il caso Attorre - ha precisato la presidente di Socialismo Diritti Riforme - mette in evidenza due aspetti molto importanti nell’attuale grave situazione della mondo delle carceri. Il primo è la conferma dell’importanza, nella tutela dei diritti riconosciuti dalla Costituzione, del buon funzionamento della sanità penitenziaria, che in Sardegna sta vivendo una fase delicata di passaggio dal Ministero della Giustizia al servizio sanitario regionale. Il secondo è il ruolo degli organismi di tutela dei diritti dei detenuti, tra i quali quello del Garante, che un recente provvedimento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria in attuazione di una norma di legge che li istituzionalizza, ha burocraticamente limitato, anziché favorirli, l’indispensabile presenza ed i contatti con i detenuti".
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