di Alessandra Sallemi
La Nuova Sardegna, 14 luglio 2009
I detenuti islamici rinchiusi nell’istituto di Macomer sono in attesa di giudizio perché accusati di reati connessi col terrorismo, ma sopportano un carcere che è già di punizione. Non vengono da Guantanamo, bensì dalle carceri sovraffollate del nord Italia, mangiano appena a causa dell’impossibilità di reperire carni macellate secondo la prescrizione islamica. Un carcere costruito per 47 persone ne ospita 87 (dati di Antonella Casu, Segretaria Nazionale Radicali italiani): nessuno sardo, i detenuti soffrono la lontananza delle famiglie quando una norma prevede che la pena debba essere scontata in istituti vicini alla zona d’origine. Buoncammino di Cagliari dimensionato per 325 detenuti ne accoglie 514, fra questi un bimbo di 10 mesi che cresce fra le sbarre perché non c’è un’organizzazione che porti fuori il bambino almeno durante il giorno e non c’è abbastanza personale perché si rimedi portando fuori la madre. Questo e molto altro è emerso nella visita promossa dal gruppo 5 Novembre (animata da Roberto Loddo) nel carcere di Macomer, in quello cagliaritano e al Cspa, centro di soccorso e prima accoglienza dei clandestini a Elmas. Il diritto costituzionale a scontare la pena in condizioni che rieduchino il detenuto viene calpestato ogni giorno dal primo problema: manca il personale di custodia che accompagni i detenuti ammessi alle attenuazioni della restrizione carceraria.
Gli agenti di custodia (Roberto Picchedda Uil penitenziari) in Sardegna sono 300 di meno ed entro la fine dell’anno altri 100 andranno in pensione. In tutta Italia mancano 5 mila agenti. Lo stesso ministro Angelino Alfano aveva detto: mai più bambini in carcere. E invece ce ne sono 70 negli istituti italiani. Sul sito del ministero sono scomparsi dati sulla situazione carceraria: ad agosto, Rita Bernardini (Radicali) ha annunciato che i 205 istituti italiani verranno visitati dai parlamentari di tutti i gruppi politici e "si sta predisponendo un questionario da distribuire a tutti i detenuti". Ma già martedì in Parlamento si farà qualcosa per rompere il fronte del silenzio: assieme al deputato Luigi Manconi, Bernardini terrà una conferenza stampa per presentare i veri dati sull’indulto e denunciare le menzogne circolate a proposito delle "tante" recidive. "Le risposte del ministro sono inadeguate - diceva Bernardini - ci sono 64 mila detenuti, ogni mese aumentano di mille, con la nuova legge sui clandestini saranno di più. Il piano per le nuove carceri presentato dal direttore Ionta è ridicolo: non ha dotazione finanziaria. In ogni caso il carcere non può essere la risposta a tutti i problemi di giustizia". Come i Centri di espulsione e i respingimenti non sono la risposta ai popoli affamati che ci guardano per sottrarsi a miseria e morte: a Elmas ("Centro molto ben gestito"), il gruppo ha trovato 100 ospiti, molti già venuti in Italia e rimpatriati. Quella del Cspa di fatto è una detenzione, anche se non ci sono sbarre. I 100 dovevano stare qui 48 ore, ci sono da 7 giorni: il G8 ha assorbito tutte le forze di polizia.
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