martedì 12 maggio 2009

Cagliari: il vertice sulle carceri sarde, con il Capo del Dap Ionta


La Nuova Sardegna, 11 maggio 2009


Il direttore del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Franco Ionta sabato mattina ha reso visita ai direttori delle carceri sarde e al direttore regionale Massidda in un incontro programmato da tempo. Durante l’incontro è stato fatto il punto della situazione carceraria nell’isola. Si è trattato di una riunione di tipo istituzionale che viene ripetuta a scadenze regolari. Ionta è stato pubblico ministero a Palermo.

È arrivato alle 10, si è recato subito in via Tuveri 22 sede dell’amministrazione penitenziaria regionale, ad attenderlo c’erano i direttori degli istituti di pena sardi e il responsabile regionale. Il colloquio è durato fino all’una, poi l’alto dirigente ha lasciato la città. Non sono state rilasciate dichiarazioni, ma non sarebbe stato trattato l’argomento che si credeva fosse la ragione della visita di Ionta: un’ipotizzata riapertura del carcere dell’Asinara.

Poco probabile forse, ma di recente era riaffiorata l’idea di un nuovo insediamento penitenziario a regime leggero nell’isola-parco, che era stata contestata da tutti i partiti, così come la possibilità che l’Asinara venisse riaperto come carcere di massima sicurezza per i mafiosi. Ionta quindi sarebbe arrivato in Sardegna per discutere sui motivi delle proteste degli agenti di polizia penitenziaria che in questi ultimi mesi hanno resi noti i motivi del profondo malessere vissuto ormai in tutti gli istituti di pena sardi dove è quasi impossibile applicare le leggi sul reintegro sociale dei detenuti per le gravi carenze di organico.

Gli agenti sono sempre più penalizzati nei giorni di riposo e di ferie, ormai impossibili da fare, e anche le attività interne alle carceri subiscono stop non rimediabili per la mancanza di personale. In questo modo si accumulano numerose giornate di assenza che rischiano di creare gravi problemi per l’organizzazione del lavoro e la garanzia della sicurezza.

1 commento:

Roberto Loddo ha detto...

Nuoro: le ferie impossibili… la protesta degli agenti penitenziari



La Nuova Sardegna, 11 maggio 2009



Ferie impossibili la prossima estate per gli agenti penitenziari del carcere nuorese di Badu ‘e Carros, che hanno deciso di farsi sentire.

Ferie impossibili la prossima estate per gli agenti penitenziari del carcere nuorese di Badu ‘e Carros. Lo sostengono i sindacati in un appello alle varie autorità competenti dove, in previsione dell’aumento del carico di lavoro che si registra sempre nel periodo delle vacanze, si sottolinea come per la mancanza di personale nel penitenziario già oggi sia impossibile garantire i turni di riposo ordinari. Per rafforzare la denuncia stamattina i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil insieme a Sinape, Osapp, Cnpp, Uspp e Sappe, hanno tenuto un sit-in di protesta davanti all’istituto di pena. Secondo i dati diffusi dai sindacati, nel 2001 l’organico di polizia penitenziaria ideale per Badu ‘e Carros era stato prima fissato nel 2001 in 264 unità ridotti poi a 212, mentre.

Attualmente nel carcere sono in servizio 179 agenti, ma per assicurare i livelli minimi di servizio occorrono, giornalmente 146 unità. Una situazione definita da tutti i sindacati insostenibile che rischia di aggravarsi nello scenario provinciale "visto - hanno scritto i rappresentanti dei lavoratori nel documento diffuso durante il sit-in - il recente ed improvviso inserimento di un altro carcere della provincia nel circuito nazionale detentivo denominato Eiv (Elevato Indice di Vigilanza) che prevede la custodia di detenuti particolarmente pericolosi in un istituto non pronto sotto l’aspetto del numero del personale a far fronte a quell’emergenza ha sottratto ulteriore personale a questa sede già gravemente in difficoltà pertanto è evidente che le problematiche descritte si allargano a tutto il territorio provinciale".

Don Ettore Cannavera, riflessioni da "La Collina"

L'Associazione 5 Novembre, ha intervistato Don Ettore Cannavera, fondatore della comunità di accoglienza "La Collina", rivolta a giovani-adulti, di età compresa tra i 18 ed i 25 anni, che vengono affidati dalla Magistratura di Sorveglianza come misura alternativa alla detenzione. Un interessante intervista sui temi della Giustizia, del Carcere, del precariato giovanile e della cultura della Solidarietà e dell'accoglienza.