L’Unione Sarda, 24 marzo 2009
"Il sistema penitenziario sardo è al collasso, gravissima la situazione del personale." I sindacati degli agenti di polizia penitenziaria, per la prima volta uniti sotto la stessa bandiera, sono sul piede di guerra e minacciano clamorose forme di agitazione se non verrà aperto un tavolo al ministero Un sit-in di protesta degli agenti di polizia penitenziaria davanti al carcere di Buoncammino. I numeri della crisi parlano chiaro: la pianta organica del ministero, che risale al 2001, quando cioè il carcere funzionava a regime ridotto, prevede 1.324 unità di cui 1.220 uomini e 104 donne. Attualmente, lamentano i rappresentanti del Sappe, Osapp, Uilpa, Cisl, Cisappe, Cgil, Uspp e Fsa, sono in organico 1.154, con un sottodimensionamento di quasi duecento unità.
Inoltre, dal 2001 a oggi sono aumentate le competenze, e come se non bastasse il personale andato in pensione non è stato sostituito. In Sardegna, denunciano i sindacati, servirebbero almeno 1.600 agenti mentre al 15 febbraio 2009 ne sono presenti 1.153 (1.091 uomini e 62 donne). Il risultato è la difficoltà di vivere normalmente una vita privata, data l’impossibilità di assentarsi per godere di ferie e congedi parentali. La protesta. La mobilitazione del lavoratori del settore sfocerà in due iniziative di protesta. La prima, lunedì 30 marzo, in tutte le mense dei 12 penitenziari sardi con l’astensione degli agenti dalla pausa pranzo, la seconda lunedì 6 aprile con un sit-in in piazza del Carmine davanti alla sede della rappresentanza del Governo. Un tavolo al ministero. Questa mattina le otto Organizzazioni sindacali hanno anche inviato una lettera al Ministero e alla Regione chiedendo l’attivazione di un tavolo politico nazionale e di uno tecnico regionale per affrontare le criticità del settore penitenziario nell’Isola.
Caligaris: ecco le priorità. La situazione sanitaria dei detenuti nelle carceri dell’isola, la necessità di rendere operativo il reparto dell’ospedale di Is Mirrionis di Cagliari dedicato a chi vive dietro le sbarre, anche per alleggerire il lavoro degli agenti di polizia penitenziaria, e la rapida apertura delle case per madri detenute con minori di tre anni sono le priorità segnalate con una lettera all’assessore regionale della Sanità Antonello Liori dalla ex consigliera socialista Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione "Socialismo Diritti Riforme". "Vi è l’urgenza - scrive, tra l’altro, Caligaris - di aprire appositi reparti negli ospedali dei capoluoghi di provincia dove sono ubicate le case circondariali per il ricovero di detenuti affetti da particolari patologie non curabili nelle infermerie degli istituti di pena e nel centro clinico, l’unico presente in Sardegna, del carcere di Cagliari. Una carenza che colloca il capoluogo sardo, a 16 anni dall’approvazione del decreto legge 14 giugno 1993, n. 187, agli ultimi posti in Italia. Nell’ospedale di Is Mirrionis il reparto attende solo l’inaugurazione".
Nessun commento:
Posta un commento