www.unimondo.org, 21 marzo 2009
"In questi anni il mondo ha assistito ad un preoccupante aumento di casi di odio e fanatismo, legati in parte al terrorismo e alla crescente migrazione". Lo afferma il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon nel suo messaggio per l’odierna "Giornata mondiale per l’eliminazione della discriminazione razziale". "Il 21 marzo del 1960, 69 manifestanti furono abbattuti dalla polizia nella città sud-africana di Sharpeville mentre dimostravano contro le leggi dell’apartheid" - ha ricordato Ban. "Molti altri - compresi donne e bambini - furono feriti. Un’ondata di repulsione dilagò in tutto il mondo. Proclamando il 21 marzo come Giornata mondiale per l’eliminazione della discriminazione razziale, l’Assemblea Generale intese onorare la memoria di quanti furono massacrati e, allo stesso tempo, combattere il razzismo". "Questa Giornata - conclude Ban Ki-moon - ci ricorda la nostra responsabilità collettiva per la promozione e la tutela di questo ideale. Insieme, dobbiamo rafforzare il nostro impegno comune per porre fine a discriminazione razziale e xenofobia, ovunque si manifestino".
La preoccupazione per l’aumento di episodi di razzismo e xenofobia è al centro anche di un documento congiunto dei tre principali organi di difesa dei diritti umani in Europa: la Fra (Agenzia europea per i diritti fondamentali), l’Odihr (Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell’Osce) ed Ecri (Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, collegata al Consiglio d’Europa). "Siamo preoccupati - scrivono le tre agenzie europee - del fatto che l’attuale crisi economica sta cominciando ad alimentare razzismo, xenofobia e intolleranza nella regione". Le tre agenzie si dichiarano allarmate dalla "crescita del numero di attacchi violenti contro migranti, rifugiati e richiedenti asilo, e verso minoranze come i rom". "La storia europea - afferma la nota congiunta delle tre agenzie - ha già dimostrato come le fasi di depressione economica possano tragicamente portare a un aumento dell’esclusione sociale e delle persecuzioni: temiamo quindi che anche per la crisi corrente i migranti, le minoranze e altri gruppi vulnerabili diventino i capri espiatori per politici populisti e per i media". Le tre organizzazioni chiedono alla classe politica di essere "estremamente cauta e evitare ogni discorso che possa essere d’incitamento all’odio etnico, religioso o razziale".
Li invita piuttosto a "pronunciarsi chiaramente condannando ogni tipo di violenza a sfondo razziale ed evitando di dare spiegazioni semplicistiche e a connotazione xenofoba a problemi sociali complessi". Le tre organizzazioni ricordano infine che è estremamente importante "proseguire con il monitoraggio di questi crimini e con la formazione degli ufficiali di pubblica sicurezza, sempre in stretta collaborazione con le organizzazioni della società civile". Nei giorni scorsi un rapporto del Comitato di esperti dell’Ilo, l’Organizzazione internazionale del lavoro ha denunciato come "evidente e crescente l’incidenza della discriminazione e delle violazioni dei diritti umani fondamentali nei confronti degli immigrati in Italia". "Nel paese persistono razzismo e xenofobia anche verso richiedenti asilo e rifugiati, compresi i Rom" - continua il documento dell’agenzia Onu che chiede al Governo di "intervenire efficacemente per contrastare il clima di intolleranza e per garantire la tutela ai migranti, a prescindere dal loro status". L’agenzia Onu denuncia inoltre che l’Italia contravviene alla convenzione 143, quella sulla "promozione della parità di opportunità e di trattamento dei lavoratori migranti", ratificata dal nostro paese nel 1981.
Il Comitato dell’Ilo, formato da venti giuslavoristi provenienti da tutto il mondo, verifica costantemente l’osservazione delle norme da parte dei governi e ha richiamato l’esecutivo italiano all’applicazione dei primi articoli della convenzione 143, cioè al "rispetto dei diritti umani di tutti gli immigrati, senza alcuna distinzione di status". Proprio per denunciare che in Italia milioni di immigrati stanno diventando le vittime dell’insicurezza economica e del disagio sociale di vere e proprie campagne di criminalizzazione contro immigrati e rom, 26 organizzazioni della società civile italiana hanno lanciato nei giorni scorsi la campagna nazionale contro il razzismo, l’indifferenza e la paura dell’altro dal titolo "Non avere paura, apriti agli altri, apri ai diritti". La campagna propone, tra l’altro, una raccolta di firme da presentare al Presidente della Repubblica ed intende chiedere a tutti - dal mondo politico agli amministratori locali, dai mass media ai cittadini di ogni età un’assunzione di responsabilità per combattere il razzismo e la xenofobia creando una rete che "colleghi e dia energia all’indignazione e ai sentimenti di solidarietà che, benché siano già presenti nelle realtà sensibili al tema, faticano ad emergere".
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