mercoledì 17 dicembre 2008

A Cagliari e a Gradisca - Le rivolte degli "ospiti" detenuti


Mercoledì 17 dicembre 2008
da Globalproject.info

La situazione è esplosiva anche e soprattutto per i richiedenti asilo. A gestire le strutture è sempre Connecting People. Sembra ormai trascorso molto tempo da quando l’allora Governo di centro-sinistra guidato dal presidente Prodi aveva giocato la carta dell’umanizzazione dei centri di detenzione. Operazione fallita, questo era logico: la realtà ci racconta di polveriere che ovunque si apprestano ad esplodere e spesso ciò che non è raccontato, è una verità quotidiana di rivolte, tentativi di fuga, insofferenze. Negli ultimi giorni a Gradisca d’Isonzo (Gorizia) e ad Elmas (Cagliari), si sono susseguiti tentativi di fuga a rivolte e manifestazioni di protesta.

Se la realtà di chi è detenuto nelle strutture, o nelle parti dei centri (come a Gradisca), destinate alla Permanenza Temporanea in attesa di espulsione, ora chiamati CIE, è da sempre drammatica, con gli episodi degli ultimi giorni viene a galla una seconda realtà, da sempre denunciata, ma molto spesso dimenticata: quella dei richiedenti asilo. I cosidetti centri di prima accoglienza diventano così delle vere e proprie prigioni. La struttura di Gradisca ha messo a disposizione 250 posti proprio per l’identificazione e "l’accoglienza" dei richiedenti, quella di Elmas è totalmente dedicata agli aspiranti rifugiati. Ad accomunarne le sorti la comune gestione di Connecting People, "impresa socialmente orientata".

I richiedenti asilo, anche grazie alle nuove norme approvate con il Decreto legislativo n. 159 del 3 ottobre 2008, entrato in vigore il 5 novembre scorso, possono essere soggetti alla restrizione della libertà di circolazione. Inoltre, il macchinoso iter per la risoluzione della domanda, fatto di valutazioni, ricorsi e permessi temporanei che si propongono come anti-cametra all’irregolarità, si traduce in tempi di attesa per la risposta che superano ormai abbondantemente i sei mesi, creando situazioni di semi-detenzione, se non di totale di restrizione della libertà, insopportabili.

Ma non è tutto. La Connecting People, a garanzia del "tutto esaurito" (per ogni migrante "ospitato" riceve un lauto compenso), ha saputo mettere in campo un vero e proprio canale preferenziale tra le coste dove avvengono gli sbarchi e le strutture che gestisce. Lampedusa e Gradisca sono al lato opposto della penisola ma Connecting People, ora si è scoperto il motivo della scelta del nome, ha saputo accorciare le distanze con ponti aerei senza precedenti che dalla Sicilia portano i richiedenti asilo a presentare domanda per lo status di rifugiati proprio nel Friuli.

Sulla situazione delle due strutture proponiamo l’intervista a Roberto Loddo (Associazione 5 novembre per i diritti civili di Cagliari) e Cristian Massimo (Associazione Razzismo Stop FVG) e alcuni approfondimenti.

Cpa di Elmas - La denuncia delle associazioni: il centro è una prigione
Intervista a Roberto Loddo, Associazione 5 novembre per i diritti civili
L’inferno di Elmas in Sardegna, il Cpt della rabbia di Costantino Cossu
Protesta rifugiati davanti prefettura Cagliari Fonte: Sardegna Oggi 09.12.08

Cpt di Gradisca - Tra disordini, fughe e speculazione dei gestori
Intervista a Cristian Massimo dell’Associazione Razzismo Stop
Cpt di Gradisca - Una rivolta nel Cie non pacificato Fonte: Meltingpot.org 09.12.08
Accoglienza e detenzione: le due facce del cpt di Gradisca di Gabriele Del Grande
Gradisca. Cpt, la gestione a Connecting people

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Don Ettore Cannavera, riflessioni da "La Collina"

L'Associazione 5 Novembre, ha intervistato Don Ettore Cannavera, fondatore della comunità di accoglienza "La Collina", rivolta a giovani-adulti, di età compresa tra i 18 ed i 25 anni, che vengono affidati dalla Magistratura di Sorveglianza come misura alternativa alla detenzione. Un interessante intervista sui temi della Giustizia, del Carcere, del precariato giovanile e della cultura della Solidarietà e dell'accoglienza.