dalla Redazione del Centro Studi
di Ristretti Orizzonti www.ristretti.it
Per capire meglio l’atmosfera che si respira tra chi, non solo tra i detenuti, vede "il sole a spicchi", è necessario sciorinare una serie di dati relativi agli impressionanti ritmi di crescita della cosiddetta "permanenza carceraria": si calcola un’affluenza di mille unità al mese. E, a un’attenta lettura dei dati in esame, si riscontra la quasi totalità della capienza regolamentare superata in tutte le venti regioni del territorio nazionale. Uniche eccezioni l’Abruzzo, il Molise, la Sardegna, l’Umbria e la Valle d’Aosta. In altre regioni - Puglia, Marche e Trentino Alto Adige - la quota sta raggiungendo quella fatidica della tollerabilità. Soglia che in Emilia è stata già superata da tempo: a fronte di una detenzione "tollerabile" di 3.773 unità, si riscontra una presenza effettiva di 3.806 detenuti.
Ma non finisce qui poiché, inevitabilmente, al sovraffollamento si unisce una promiscuità detentiva anomala che non permette al poliziotto penitenziario di far fronte a quelle che sono le più elementari esigenze di sicurezza nelle sezioni. Tutto questo a fronte della situazione dei detenuti in attesa di giudizio che rappresenta il 56 per cento del totale e di un organico di 44.600 agenti (dei quali 42.000 attualmente presenti) che non ha avuto integrazioni dal 1992: quando i detenuti erano 35.000.
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