giovedì 15 maggio 2008

No alla persecuzione dei rom, Il razzismo rende tutti più insicuri


No alla persecuzione dei rom
Il razzismo rende tutti più insicuri

Dichiarazione della Presidenza nazionale Arci


Gli attacchi al campo rom nel quartiere di Ponticelli sono il frutto avvelenato di un clima culturale che si sta pericolosamente diffondendo nel Paese e che rischia di farci piombare nella barbarie. Il senso di spaesamento, l’insicurezza diffusa, la solitudine prodotta dalla frammentazione di comunità un tempo coese e solidali, sono state strumentalmente piegate ad un’interpretazione della sicurezza riduttiva e discriminante. Si è voluta alimentare una pericolosa “sindrome del nemico”, più rassicurante perché facilmente individuabile e contrastabile. Il nemico è il “diverso”, il migrante, il rom, o anche il tuo concittadino se assume atteggiamenti non “conformi” , come a Verona.

Il rischio è di trasformare questo Paese, le sue città, i loro quartieri in tante fortezze chiuse.
Napoli è sempre stata una città aperta, un ponte verso il Mediterraneo. Colpisce che questa violenza avvenga proprio lì. D’altra parte, nominare un commissario straordinario all’emergenza rom a Milano, è come soffiare sul fuoco.

Il messaggio che ne deriva è che esiste un’emergenza, che questa si identifica con una popolazione, e che questa va affrontata come problema di ordine pubblico. Vorremmo ricordare che l’Europa ha semmai un debito verso i rom, sempre perseguitati e, dopo gli ebrei, le maggiori vittime dello sterminio nazista. Compito del commissario sarebbe quello di procedere allo sgombero dei campi nomadi nell’area metropolitana. Anche noi riteniamo che una vera politica d’accoglienza richiederebbe non un ammasso di baracche in zone degradate, ma abitazioni dignitose. Lo sgombero senza soluzioni alternative diventa persecuzione. Non di commissari straordinari c’è bisogno, ma di risorse e programmi per il superamento dei campi.

Riteniamo inoltre necessario il coinvolgimento degli stessi rom per programmare qualsiasi decisione che li riguardi. La campagna elettorale è finita. E’ l’ora di metter mano a provvedimenti che risolvano positivamente i problemi anziché crearne altri e che mettano al riparo il nostro paese da una pericolosa involuzione democratica.

Roma, 14 maggio 2008

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