martedì 26 febbraio 2008

Giustizia: nelle carceri dell’Ue ci sono oltre 600mila detenuti


di Davide Madeddu



L’Unità, 25 febbraio 2008


Tutti in prigione o quasi. Poco importa poi se gli spazi sono pochi e magari ristretti. Il numero dei detenuti che scontano una pena o attendono un processo dietro le sbarre continua a crescere. Non solo in Italia ma anche negli altri paesi che fanno parte dell’Unione europea. Che ci si trovi in Italia o in Gran Bretagna o in altri centri europei poco importa.


Il numero dei detenuti, che scontano pene definitive o sono in attesa di giudizio, ha superato il mezzo milione di unità. I dati elaborati dall’Epsu, il sindacato internazionale che si occupa dei problemi legati al mondo penitenziario cui aderisce anche la Cgil, parlano di 600mila persone detenute in Europa.


Una popolazione che, a leggere i dati elaborati dai sindacati fa registrare un sovraffollamento nella maggior parte delle prigioni d’Europa, dall’Italia alla Francia, dal Belgio alla Gran Bretagna. I dati, elaborati dalle organizzazioni sindacali che si occupano di carceri nei diversi stati europei, parlano di una crescita della popolazione carceraria europea di circa il 25 per cento.


"La maggioranza delle carceri nell’Ue si trova ad affrontare un problema di sovraffollamento con una media di oltre il 25% in più dei detenuti per cui è stata progettata - si legge nel documento dell’Espu-. Ciò significa un peso massiccio sulla salute e sicurezza del personale e dei detenuti, come pure sui sistemi operativi e di sicurezza".


Il sindacato internazionale, che per il 28 febbraio 2008 (in occasione del Consiglio Ministri Ue Affari interni e di giustizia) ha convocato una manifestazione di protesta a Bruxelles non si ferma qui. "Il sovraffollamento riguarda il diritto umano fondamentale di una buona parte dei 300.000 lavoratori penitenziari a lavorare in un ambiente sicuro.


Questo è in contrasto con le regole penitenziarie del Consiglio d’Europa prigione che riconoscono il diritto dei detenuti alla dignità umana e della privacy. La cronica riduzione del personale in molte carceri è un’altra questione collegata alla questione della prevenzione per un’adeguata sorveglianza e la riabilitazione dei prigionieri".


Situazioni insostenibili per le organizzazioni sindacali che hanno deciso di promuovere altre iniziative di sensibilizzazione. Per questo motivo, oltre alla manifestazione che si svolgerà a Bruxelles sono in programma altre iniziative nelle capitali europee. A Roma, nella sala stampa della Camera dei Deputati Fabrizio Rossetti, responsabile Funzione pubblica della Cgil, Patrizio Gonnella presidente di Antigone e Mauro Palma presidente del Comitato europeo per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d’Europa presenteranno l’iniziativa "Un’Europa sociale, non l’Europa delle prigioni" promossa dalla Funzione Pubblica della Cgil, dall’Associazione Antigone.


"Si tratta di un appuntamento importante - spiegano i promotori- in cui saranno illustrati anche gli ultimi dati sulla presenza di detenuti nelle carceri d’Italia". Dati che, a sentire sindacati e volontari segnano una crescita di detenuti dietro le sbarre. "È proprio partendo da questi dati - spiegano - che si deve partire per trovare una soluzione al problema del sovraffollamento una volta per tutte". Ossia intervenendo con "il miglioramento delle condizioni di vita e aumentando gli investimenti nella prevenzione e nel recupero".


(Quadro di Montarsolo - colori dell'oceano al tramonto)

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