Non possiamo consegnare Avni Er e Zeynep Kilic ai torturatori!
29 gennaio 2008
Dopo la condanna di due militanti della sinistra turca da parte della Corte di Assise di Perugia, sulla base di un discutibile impianto probatorio, il nostro paese potrebbe rendersi ora complice di un nuovo atto di ingiustizia, mettendo a rischio l'incolumità e la vita stessa di Avni Er e di Zeynep
Kilic . Ankara ha infatti inoltrato formale richiesta di estradizione alle autorità italiane e il 7 di
febbraio la Corte di Appello di Sassari si dovrebbe pronunciare sulla richiesta di estradizione in
Turchia per Avni Er. Secondo associazioni indipendenti e autorevoli come Human Rights Watch,
Amnesty International, la Commissione ONU per i diritti umani e il Comitato Europeo per la
prevenziaone della tortura, vi è il rischio grave che persone sottoposte a quelle istituzioni carcerarie possano trovarsi in condizioni di assoluta illegalità quanto a tutela dei loro diritti umani e giudiziari.
Associandomi alla richiesta degli avvocati difensori, chiedo alla Corte d'Appello di Sassari di
applicare la clausola che prevede il rifiuto dell'estradizione quando sussiste il concreto rischio che il prigioniero possa essere sottoposto a tortura o comunque a trattamenti inumani e degradanti. Le norme internazionali a difesa dei diritti dell'individuo hanno valore universale ed esigono di essere applicate senza esitazione. Il caso di Avni Er e Zeyner Kilic, indipendentemente dal giudizio espresso dalla Corte d'Assise di Perugia (circa il quale non intendo entrare nel merito) rientra perfettamente in questo contesto. Estradarli in Turchia significa condannarli a un destino che non può essere considerato accettabile in nessun paese civile.
Giulietto Chiesa Parlamentare europeo
29 gennaio 2008
Dopo la condanna di due militanti della sinistra turca da parte della Corte di Assise di Perugia, sulla base di un discutibile impianto probatorio, il nostro paese potrebbe rendersi ora complice di un nuovo atto di ingiustizia, mettendo a rischio l'incolumità e la vita stessa di Avni Er e di Zeynep
Kilic . Ankara ha infatti inoltrato formale richiesta di estradizione alle autorità italiane e il 7 di
febbraio la Corte di Appello di Sassari si dovrebbe pronunciare sulla richiesta di estradizione in
Turchia per Avni Er. Secondo associazioni indipendenti e autorevoli come Human Rights Watch,
Amnesty International, la Commissione ONU per i diritti umani e il Comitato Europeo per la
prevenziaone della tortura, vi è il rischio grave che persone sottoposte a quelle istituzioni carcerarie possano trovarsi in condizioni di assoluta illegalità quanto a tutela dei loro diritti umani e giudiziari.
Associandomi alla richiesta degli avvocati difensori, chiedo alla Corte d'Appello di Sassari di
applicare la clausola che prevede il rifiuto dell'estradizione quando sussiste il concreto rischio che il prigioniero possa essere sottoposto a tortura o comunque a trattamenti inumani e degradanti. Le norme internazionali a difesa dei diritti dell'individuo hanno valore universale ed esigono di essere applicate senza esitazione. Il caso di Avni Er e Zeyner Kilic, indipendentemente dal giudizio espresso dalla Corte d'Assise di Perugia (circa il quale non intendo entrare nel merito) rientra perfettamente in questo contesto. Estradarli in Turchia significa condannarli a un destino che non può essere considerato accettabile in nessun paese civile.
Giulietto Chiesa Parlamentare europeo
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