venerdì 8 aprile 2011

Basta con le stragi dei profughi, rispettiamo il diritto di asilo. La Sardegna è una terra di accoglienza e solidarietà.


Comunicato Stampa dell'Osservatorio per la tutela delle libertà e contro le repressioni

L'osservatorio per la tutela delle libertà e contro le repressioni difende il diritto di asilo dei profughi e condanna la politica razzista e xenofoba dei governi europei. Sono i governi europei infatti che non attuano il diritto di asilo gli unici responsabili della morte dei 250 profughi naufragati a Lampedusa. Tra cui donne e bambini. Uomini e donne che hanno come unica colpa quella di fuggire dalla fame e dalla guerra, vittime innocenti delle politiche dei nostri governanti impegnati ad ottenere rimpatri forzati e coatti a tutti i costi, anche calpestando la dignità umana. Questa strage di stato avviene mentre il governo italiano firma un accordo a Tunisi per "chiudere il rubinetto degli sbarchi". 

Chiediamo l'immediata abrogazione di tutte le leggi contro i migranti. Dalla legge Bossi Fini, al Pacchetto Sicurezza che ha introdotto il reato di clandestinità e l’allungamento del periodo di detenzione nei Cie fino a sei mesi. L'obbiettivo di questi provvedimenti è quello di amplificare la paura e il razzismo, alimentare gli egoismi, l’esclusione sociale, e l’illegalità, negando accoglienza e solidarietà per le persone migranti. Proprio perché pensiamo che la Sardegna sia una terra di accoglienza e solidarietà, pensiamo che i 700 profughi ospitati ieri dalla Sardegna debbano essere liberati al più presto dalla caserma di Viale Elmas circondata da militari e filo spinato. Chiediamo la chiusura del Cpa di Elmas e di tutti i campi di concentramento per migranti e chiediamo una politica di gestione dei fenomeni migratori basata sul rispetto dei diritti umani e della libera circolazione delle persone.

Osservatorio per la tutela delle libertà e contro le repressioni

per informazioni:
associazione5novembre@gmail.com

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Don Ettore Cannavera, riflessioni da "La Collina"

L'Associazione 5 Novembre, ha intervistato Don Ettore Cannavera, fondatore della comunità di accoglienza "La Collina", rivolta a giovani-adulti, di età compresa tra i 18 ed i 25 anni, che vengono affidati dalla Magistratura di Sorveglianza come misura alternativa alla detenzione. Un interessante intervista sui temi della Giustizia, del Carcere, del precariato giovanile e della cultura della Solidarietà e dell'accoglienza.