I migranti protagonisti della rivolta erano trattenuti nel Centro di prima accoglienza di Elmas da molto più tempo di quanto consentissero i limiti di legge: lo dicono alla MISNA fonti della Caritas locale, dopo il blitz della polizia all’interno della struttura e il fermo di una ventina di “irregolari”. La notizia dell’irruzione degli agenti è stata confermata alla MISNA da ufficiali della Questura di Cagliari, secondo i quali i migranti fuggiti sulla pista dell’aeroporto sono stati “tutti ripresi”. La struttura ospitava 103 cittadini algerini da ben 43 giorni, nonostante a Elmas le duplici funzioni di Centro di prima accoglienza e di Centro di primo soccorso non permettessero di trattenere i migranti oltre cinque giorni. Dopo un breve soggiorno nella struttura i cittadini stranieri dovrebbero essere trasferiti in un Centro di identificazione ed espulsione (Cie), nella gran parte dei casi a Roma o nella città friulana di Gorizia. “Ma questo – dicono alla MISNA – non è accaduto: i migranti erano prigionieri, senza sapere cosa sarebbe stato di loro”. La polizia ha riassunto il controllo della struttura utilizzando gas lacrimogeni. Secondo Roberto Loddo, dell’Associazione 5 Novembre, la rabbia dei migranti si spiega anche con leggi nazionali che “criminalizzano” lo straniero. “Il Centro di Elmas deve essere chiuso – dice Loddo alla MISNA – perché la Sardegna è una terra di accoglienza”.[VG]
"Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità" (art. 27 Costituzione)
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Don Ettore Cannavera, riflessioni da "La Collina"
L'Associazione 5 Novembre, ha intervistato Don Ettore Cannavera, fondatore della comunità di accoglienza "La Collina", rivolta a giovani-adulti, di età compresa tra i 18 ed i 25 anni, che vengono affidati dalla Magistratura di Sorveglianza come misura alternativa alla detenzione. Un interessante intervista sui temi della Giustizia, del Carcere, del precariato giovanile e della cultura della Solidarietà e dell'accoglienza.
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