lunedì 20 luglio 2009

CARCERI: CALIGARIS(SDR), PROBLEMI PER CALDO E SOVRAFFOLLAMENTO



(AGI) - Cagliari, 20 lug. - "Il caldo e il sovraffollamento rischiano di creare una situazione particolarmente difficile nel carcere cagliaritano di Buoncammino dove all'alto numero di detenuti tossicodipendenti con doppia diagnosi e sieropositivi fa da contrappeso una ridotta presenza di agenti di polizia penitenziaria. Cio' gravera' non poco nelle prossime settimane quando aumentera' la temperatura accentuando i disagi per gli operatori e i detenuti". Lo afferma la presidente dell'associazione "Socialismo Diritti Riforme" Maria Grazia Caligaris evidenziando che le raccomandazioni contenute nella circolare del responsabile del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Franco Ionta ai Provveditori regionali relativa all'avvento della stagione estiva non a caso sono incentrate sulla prevenzione delle criticita'. "La realta' cagliaritana - rileva Caligaris - si caratterizza per la vetusta' dell'Istituto, non idoneo a interventi per aumentare gli spazi agibili, e per la tipologia dei detenuti, molti dei quali extracomunitari. A Buoncammino, l'unico carcere sardo in cui si trova un Centro Clinico, convivono in un equilibrio delicatissimo, grazie all'esperienza pluriennale della dirigenza, persone con condizioni spesso molto difficili. Gravano su Cagliari, oltre ai temporanei ospiti provenienti dal carcere di Bad'e Carros, costanti arrivi dal Nord Italia dove la situazione e' esplosiva per la carenza di spazi. Il continuo andirivieni di persone detenute provenienti dalla Penisola rischia inoltre - ha detto ancora l'ex consigliera socialista - di accentuare il disagio dei ristretti stabili favorendo un clima di tensione difficile da controllare. Ne sono testimonianza alcune lettere di detenuti. E' quindi indispensabile che durante la lunga parentesi estiva, in attesa dei provvedimenti utili per dare risposte concrete al superlavoro degli agenti e per alleggerire la presenza nell'Istituto cagliaritano, cessino i trasferimenti di nuovi detenuti e siano attivati quegli strumenti per rendere piu' vivibili gli spazi disponibili. Inaccettabile invece la riduzione degli spazi-cella a loculi considerato anche che il Governo e' stato condannato in base della Convenzione europea sui diritti umani a risarcire un detenuto bosniaco, ristretto a Rebibbia, per l'assenza dei requisiti minimi di vivibilita' degli spazi. Il ricorso alle pene alternative suggerito anche dal Capo del Dipartimento Ionta, non puo' ricadere semplicemente - ha concluso Caligaris - sui magistrati o i giudici ma richiede l'attivazione di una efficiente rete di servizi sociali e positivi riscontri da parte delle istituzioni". (AGI) Red

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Don Ettore Cannavera, riflessioni da "La Collina"

L'Associazione 5 Novembre, ha intervistato Don Ettore Cannavera, fondatore della comunità di accoglienza "La Collina", rivolta a giovani-adulti, di età compresa tra i 18 ed i 25 anni, che vengono affidati dalla Magistratura di Sorveglianza come misura alternativa alla detenzione. Un interessante intervista sui temi della Giustizia, del Carcere, del precariato giovanile e della cultura della Solidarietà e dell'accoglienza.