di Mariuccia Ciotta
Il Manifesto, 5 agosto 2008
Con gli anfibi, il fucile e gli occhiali mentre il mare è una tavola blu... mancano solo le pinne della famosa canzone di un’estate lontana in questo agosto surreale. Da ieri i militari presidiano le città italiane secondo il piano "pacchetto sicurezza". Quattro gatti in tuta mimetica che fanno paura ai turisti - "sembra un teatro di guerra" - e pure ai sindaci preoccupati per l’immagine poco vacanziera che ne deriva.
Soldati a caccia di bulli e di ladruncoli in un diario di aneddoti tragi-comici come quello dei granatieri di Sardegna che alla stazione Anagnina di Roma hanno consegnato uno scippatore rumeno ai carabinieri e la borsetta alla signora, per non parlare degli alpini a Torino di pattuglia al Tossic Park, capaci di identificare "trenta tossicodipendenti" in un batter d’occhio e dei cinquanta bersaglieri a Palermo, forti del ricordo dell’operazione anti-mafia "Vespri Siciliani". Nella capitale, i paracadutisti della Folgore fanno la guardia al Cpt di Ponte Galeria e non c’è più da ridere. A Catania, intanto, nel mirino degli uomini in uniforme estiva, camicia a maniche corte e pistola, c’è il lido dei catanesi, la Playa.
Sembra una commedia all’italiana, una di quelle con Totò e Peppino pronti ad avvistare nelle vie adiacenti del centro storico di Verona i settantacinque uomini in divisa, anche loro costretti a nascondersi nella città leghista di Tosi, per non sciupare l’effetto del balcone di Giulietta. Ma l’esibizione muscolare, che fa godere il ministro La Russa, felice del suo giochino di ferragosto, va al di là della sua scarsa potenza di fuoco. È l’istantanea di un’Italia che ha ceduto alle sue più basse pulsioni, che si appella all’autoritarismo in nome della "sicurezza" senza sapere da dove viene il pericolo, disposta a sacrificare diritti e democrazia per arrivare a quel "fine mese" diventato un leit-motiv vuoto.
Tutto passa sotto silenzio, la ferita alla Costituzione con la schedatura degli stranieri, le impronte ai bambini, l’emendamento liquida-precari, le leggi per salvare l’imputato Berlusconi, il taglio dei fondi alla stampa libera, un paese visto all’estero come un’anacronistica dittatura. L’esercito per le strade italiane è la fotografia di questo governo e di chi lo ha eletto. E se La Russa si offende a sentir parlare di "operazione di facciata", fa male.
Dietro i corpi reali di quei pochi soldati, c’è infatti l’assedio simbolico di una cultura mortifera, la rottura di una sensibilità comune e l’affermazione della sua concezione del mondo, quella contro la quale si sono battute generazioni di democratici. Il ministro della difesa afferma adesso con cipiglio che "oltre ai delinquenti, agli stupratori, a chi fa i furti e rapine, sono contrari alla presenza dei militari solo i post-sessantottini, i figli di chi gridava basco nero il tuo posto è al cimitero". I fucili spianati di oggi sono il trionfo dei suoi sogni di camicia nera, e pochi gridano ancora che se ne deve andare. Non al cimitero, ma in un posto altrettanto lontano dai vivi.
(nell'immagine) Chidi Okoye - "Birds of the same feather"
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