sabato 12 aprile 2008

L'Ergastolo è incivile. "Grazia" dopo 24 anni di Carcere


L'Ergastolo è incivile. "Grazia" dopo 24 anni di Carcere

di Francesco Antille


www.noergastolo.it, 11 aprile 2008

dalla Redazione del Centro Studi

di Ristretti Orizzonti www.ristretti.it


La campagna elettorale volge al termine. Nessuna delle parti in causa ha fatto cenno allo scomodo argomento dell’abolizione dell’ergastolo. Strano, ma vero. Il computo delle schede prevale su quello delle vite. Eppure la Commissione Pisapia, prima della caduta del governo, aveva suggerito l’abrogazione di questa inciviltà giuridica. Anche il Brasile ci impartisce lezioni stabilendo che l’estradizione di Cesare Battisti è vincolata all’applicabilità di una pena temporanea poiché in quel Paese non esiste l’ergastolo.


Non si trovano parole bastevoli per commentare il silenzio. Tuttavia c’è ancora una soluzione che ci permettiamo di indicare. La nostra Costituzione attribuisce al Presidente della Repubblica la potestà esclusiva di concedere la grazia (anche d’ufficio) o di commutare le pene. Il Ministro Guardasigilli dovrebbe solo garantire la formalità dell’iter (d’intesa con il Capo dello Stato) .

Se Giorgio Napolitano volesse veramente lasciare il segno, se volesse affermare l’autonomia della Presidenza della Repubblica rispetto alle logiche dei partiti, se volesse imprimere una svolta in materia di giustizia affermandone i principi a discapito di malumori ed obiezioni, se volesse sfidare l’inciviltà con la civiltà, se volesse diventare non già il notaio di altrui decisioni ma il simbolo di un ordinamento dinamico e attento alle istanze di libertà e di garanzia, potrebbe - in attesa che le Camere si insedino e che le Commissioni tecniche e parlamentari decidano la definitiva soppressione della norma sull’ergastolo e in ottemperanza alle richieste provenienti dal mondo carcerario, dalle istituzioni internazionali, da larga parte dell’intellettualità italiana decidere d’ufficio la concessione della grazia in favore di tutti i detenuti che hanno scontato ventiquattro anni di reclusione.


Ciò comporterebbe: a) l’esercizio legittimo e costituzionale di una prerogativa presidenziale; b) l’anticipazione di un tema socio-giuridico di eccezionale rilievo; c) la proposizione della "questione giustizia" al centro del dibattito culturale e politico del Paese con una ventata di libertà e di rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo; d) l’effettuazione di un gesto umanitario, anticipatorio delle prossime e auspicabili decisioni parlamentari senza che ciò possa risolversi in una limitazione o compressione dei diritti delle Camere.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Iglesias: agenti chiedono più personale… richiesta respinta



La Nuova Sardegna, 12 aprile 2008



"Ad impossibilia...". E questa la risposta disarmante del provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria di Cagliari, Francesco Massidda, ai 30 agenti della casa circondariale di Sa Stoja e di altre strutture carcerarie dell’isola che, ieri mattina, hanno manifestato a Cagliari per ottenere un aumento dell’organico. Tutte le richieste degli agenti e dei rappresentanti sindacali di Sappe, Osapp, Cisl e Uil sono state disattese e c’è quindi il rischio che la protesta possa salire di tono.

"In pratica - hanno riferito i rappresentanti sindacali Giampiero Floris (Sappe), Giuseppe Pichedda (Osapp) e Canio Fidanza (Cisl) - Il provveditore ha riferito che tutte le istanze proposte da chi opera nella casa circondariale di Iglesias sono state inviate puntualmente al capo del personale che, stante questa situazione, è impossibilitato ad incrementare l’organico di Iglesias. Anzi come alternativa ci sarebbe l’ipotesi della chiusura della struttura con le ripercussioni che è facile prevedere".

Nelle medesime condizioni di Iglesias, però sarebbero anche le altre carceri isolane che operano con un numero di agenti decisamente ridotto. La popolazione carceraria isolana è arrivata nuovamente a 50 mila unità e la chiusura di alcune strutture avrebbe ripercussioni pesantissime nelle altre carceri della penisola. In prossimità dell’arrivo dell’estate e quindi di predisposizione dei turni di ferie è arrivata l’indisponibilità del responsabile delle risorse umane a predisporre il calendario delle ferie ordinarie proprio per la carenza di personale.

Si prospetta, pertanto, la seconda beffa consecutiva: niente ferie per il 2008 e quindi si ripete la drammatica situazione dell’anno precedente quando i diritti dei lavoratori sono stati calpestati a danno di chi ha lavorato duramente per 11 mesi all’anno e ha diritto del canonico mese di ferie. Due anni senza ferie quindi, servizi stressanti e turni di lavoro massacranti perché il ministero degli interni non intende adeguare gli organici alle disposizioni di legge.

"L’unico intervento che può essere effettuato - aggiungono i rappresentanti sindacali - è quello di destinare ai servizi di controllo, alle traduzioni e piantonamento personale attualmente utilizzato nei servizi amministrativi". Un escamotage poco efficace che non dovrebbe apportare benefici sostanziali. L’incontro tra il provveditore regionale e i rappresentanti sindacali si è concluso con un nulla di fatto. Un sit in anomalo maturato dopo anni di proteste e di tentativi di accordo che non sono mai arrivati neppure ad una trattativa. La casa circondariale di Iglesias è arrivata al massimo della capienza ma il personale è ancora quello che operava quando era attiva una sola sezione.

Ora il numero degli ospiti è quadruplicato mentre il personale è ridotto all’osso. Se si dovessero verificare richieste di congedo per malattia sarebbe gioco forza imporre d’imperio il ricorso al lavoro straordinario in un ambiente dove due occhi non bastano per garantire il servizio e la sicurezza nei vari reparti. Dopo il sit in di ieri a Cagliari non rimane altro che proseguire nella lotta ad oltranza, si dice tra gli addetti ai lavori, e come primo intervento gli agenti della polizia penitenziaria continueranno ad astenersi dal fruire della mensa interna.

Don Ettore Cannavera, riflessioni da "La Collina"

L'Associazione 5 Novembre, ha intervistato Don Ettore Cannavera, fondatore della comunità di accoglienza "La Collina", rivolta a giovani-adulti, di età compresa tra i 18 ed i 25 anni, che vengono affidati dalla Magistratura di Sorveglianza come misura alternativa alla detenzione. Un interessante intervista sui temi della Giustizia, del Carcere, del precariato giovanile e della cultura della Solidarietà e dell'accoglienza.