giovedì 25 novembre 2010

Storia di ordinaria ingiustizia: il dramma di Aldo Scardella diventa romanzo




di Roberto Loddo

La drammatica vicenda che ha come protagonista Aldo Scardella, il giovane di Cagliari arrestato con la pesante accusa di omicidio per rapina, e poi morto in carcere, viene rievocata in un libro che sarà presentato lunedì, 3 dicembre, nella biblioteca comunale di Sinnai, alle 18,30. Il romanzo, dal significativo titolo “Aldo Scardella, il dramma di un innocente”, è stato scritto da Vittorio Melis che sarà presente con il fratello di Aldo, Cristiano Scardella, la consigliere regionale dei Rosso Mori, Claudia Zuncheddu, e l'attrice Marta Proietti Orzella che leggerà alcuni frammenti del romanzo.

Il romanzo di Vittorio Melis narra la storia di Aldo. Un giovane studente universitario di 24 anni che abitava a circa 150 metri dal luogo del delitto. Fu arrestato con l'accusa dell'omicidio del titolare del Bevimarket di via dei Donoratico e senza alcuna prova fu sottoposto in carcere a regime di isolamento. Costretto ad aspettare una settimana per incontrare il suo legale e ben quattro mesi prima di ottenere un colloquio con la famiglia. Ai suoi familiari Aldo aveva raccontato delle vessazioni e dei tentativi di estorcergli una confessione, e di come il sistema giudiziario disegnava nel suo volto quello di un criminale incallito.
Ma Aldo non aveva ceduto alle minacce e fino all'ultimo aveva continuato a professarsi innocente. La vicenda di Aldo è attraversata da contraddizioni drammatiche mai chiarite. Il 2 luglio del 1986, sette mesi dopo il suo arresto, fu trovato morto con un cappio al collo nella sua cella. Nel suo sangue furono rilevate tracce di metadone nonostante non fosse sottoposto a trattamenti di questo tipo. Una circostanza che ha portato nel 2006 a riaprire il fascicolo per verificare eventuali responsabilità penali di questa strana morte.

Intanto nel 1996 vennero arrestati i veri rapinatori colpevoli dell'omicidio del negoziante di Cagliari. Aldo era innocente. A 25 anni da questi tragici fatti il romanzo di Vittorio Melis è una denuncia che vuole far uscire allo scoperto la società civile sensibile al dramma della malagiustizia. L'incontro tra i protagonisti del romanzo, l'anziano zio Nico e il professore nelle panchine di piazza Giovanni XXIII fa da cornice ai resoconti dei verbali degli interrogatori e dei rapporti dell'autorità giudiziaria. Questo romanzo non è solo la storia di Aldo Scardella. È anche un’analisi lucida e razionale sul dramma della giustizia in Italia ancora troppo lontana dalla civiltà e dalla legalità internazionale. Per Vittorio Melis, la targa presente nelle aule dei tribunali “La legge è uguale per tutti” deve essere cambiata in “la legge deve essere sempre uguale per tutti” e non deve essere posta come è attualmente alle spalle della corte ma sulla parete di fronte ai loro occhi, “perché possano in ogni momento vederla e tenerla bene a mente”.

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